LA
BICICLETTA CI SALVERA’
La
bicicletta
si
gioca una partita molto concreta per la mobilità sostenibile,
tutt’altro che visionaria. Non solo, perché le due ruote sono un
potente volano economico e poi perché andare in bici fa bene alla
salute.
Le
nostre
vite soffocano nel traffico,
i livelli di inquinamento
sono
cronicamente al di sopra dei limiti consentiti, le malattie correlate
alle polveri sottili aumentano, i tempi degli spostamenti urbani si
allungano e il trasporto pubblico fatica a stare al passo delle
esigenze di tutti.
Così
non possiamo andare avanti. E allora? Allora
a salvarci, sarà proprio la bicicletta.
In
cima alla lista delle città da salvare c’è proprio la nostra
capitale. A Roma
ogni
mattina si mettono in movimento 4 milioni e mezzo di persone, la
maggior parte con la propria automobile. I romani infatti hanno il
primato di auto per numero di abitanti, quasi 70 ogni 100 persone.
D’altra parte gli investimenti sul trasporto pubblico sono in
costante riduzione da molti anni così come la loro efficienza, 79
minuti è la durata media del viaggio per e dal posto di lavoro
dell’eroico cittadino romano. Per non parlare degli investimenti
sui mezzi meno inquinanti: meno 80% sui bus elettrici, meno 30% sui
tram e per quanto riguarda la metropolitana è stato calcolato che ci
vorranno 80 anni per raggiungere la dotazione di capitali come
Madrid, Berlino, o Londra.
A
Roma solo l’1% della popolazione usa la bici per spostarsi, eppure
ci sono già più di 200 chilometri di piste
ciclabili.
La
bicicletta è
un
mezzo alternativo alle auto. Ci guadagneremmo tutti, in termini di
ambiente, di salute, di spesa e di tempo libero.
In
Italia
e
all’estero
c’è
già chi lo ha capito e ha deciso di investire sulla bicicletta per
la mobilità urbana. Per
fare alcuni esempi
in giro per l’Italia, a
Pesaro oggi, un abitante su tre usa la bicicletta per andare al
lavoro, a scuola o per muoversi in città perché l’amministrazione
anni fa ha scommesso su un progetto ambizioso, la bicipolitana.
Firenze invece ha puntato sul free
floating e
cioè noleggi una bici e poi la lasci dove vuoi, senza dover cercare
la postazione dedicata, come il car sharing. Pochi mesi di attività
e più di un milione di chilometri percorsi, dai fiorentini e dai
turisti naturalmente. E poi c’è Reggio Emilia dove, grazie alla
rete di ciclabili e al progetto BiciBus, quasi 300 bambini vanno
tutte le mattine a scuola con la bicicletta. A Bolzano hanno capito
che sono la rete e l’interconnessione che fanno la differenza, in
20 anni hanno investito 20 milioni di euro e il risultato è che oggi
Bolzano è la città più bikefriendly
d’Italia
con chilometri e chilometri di ciclabili, ponti, attraversamenti e
snodi per biciclette.
La
città che è in cima alla classifica mondiale dei paradisi per
ciclisti è
Copenhagen.
Grazie a visione, progettualità, informazione e investimenti
pubblici, oggi a Copenhagen il 62% della popolazione usa le due ruote
per spostarsi in città. Pedalano tutti in Danimarca: operai,
impiegati e manager per andare ogni giorno a lavorare e un bambino su
due per andare a scuola.
Gli
uffici pubblici e quelli privati hanno parcheggi e officine per le
due ruote e poi spogliatoi e docce per chi si vuole rinfrescare dopo
la pedalata. In Danimarca la bici è un mezzo di trasporto
diffusissimo e in costante aumento, non perché sia trendy, perché è
pratico.
E
poi la bicicletta rappresenta un gigantesco motore di sviluppo
economico.
L’Italia
è il primo produttore di bici d’Europa, con un giro di affari che
supera il miliardo di euro tra produzione industriale,
componentistica e riparazioni, con decine di migliaia di addetti. Ma
anche l’eccellenza artigianale, la tecnologia e l’innovazione del
settore. E ancora, il boom delle bici elettriche a pedalata assistita
che ha numeri incredibili, solo nell’ultimo anno le vendite sono
aumentate del 120%.
E
poi andare in bici fa bene alla salute.
Secondo le tabelle dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità ogni
euro speso dall'amministrazione si traduce in 10 euro in meno spesi
dal Servizio Sanitario Nazionale.
(Estratto
dalla presentazione della puntata di “PRESA DIRETTA” del 8
gennaio 2018.
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